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del medico scozzese al libretto del filosofo italiano intitolato De aequilibrio corporis animantis , non si può non rimaner meravigliato della grandissima somiglianza che vi si scopre. Questi due scrittori si rassomigliano molto, finanche nell’indole del loro stile latino: amendue concisi e densi; amendue tenacissimi della proprietá de’ vocaboli; amendue piú pieni di nervo che di grazie. Quasi si direbbe che Brown sia stato plagiario di Vico, se i principi, donde partono, non fossero diversi; se Brown, come medico di mestiere, non avesse spinta la parte pratica piú in lá della linea nella quale Vico l’avea lasciata; e finalmente se l’opera di Vico non fosse tanto rara, che io credo quasi impossibile che Brown l’abbia potuta conoscere. Io non ne conosco che una sola copia: esisteva nella biblipteca di un amico mio, e si pensava farla ristampare in una nuova edizione che si voleva far di tutte le opere di Vico nel 1799. Ma l’infelicitá delle vicende politiche non solo rese vano ogni pensiero di nuova edizione, ma fece perdere anche la copia antica.

[Si potrebbe fare un’interessante operetta mostrando quante veritá erano state seminate da Vico, le quali han poi germogliato sotto altro nome.] Vico trattò con lode la storia [politica.] Non parlo della sua Vita di Alfonso Carafa , nella quale non altro vi è [da ammirare] che l’eleganza dello stile [latino. Il soggetto era di sua natura frivolissimo: la] vita di un uomo mediocre, il quale era divenuto generale sol perché era nato Carafa, ed avea per lodatore un Vico sol perché i suoi eredi erano ricchi [e di buon senso, talché potevano comprare un elogio e seppero comprarlo da un uomo grande.] Ma esiste di Vico, scritta anche essa in latino, la storia della sollevazione avvenuta in Napoli nel 1701; e questo pezzo storico, non ancora pubblicato, non lo credo inferiore alla Congiura di Calilina di Sallustio, né alla Congiura di Venezia di Reai, né alla Rivoluzione di Svezia di Sheridan: tre libri che io credo i migliori in questo genere di storie ú).

(1) Qui termina la seconda stesura di questo primo abbozzo [Edd.].