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sovrano. — Ciascuno di noi vale quanto te, e tutti insieme vagliamo molto di piú: — era questa la prima linea del giuramento che i feudatari di Aragona prestavano al loro sovrano; né in altri paesi la forinola era molto diversa. Ciascuno di essi inviava ne’ bisogni dello Stato i suoi «militi» indisciplinati, discordi; gl’inviava per tre mesi, e spesso, per un pretesto frivolissimo, li richiamava nelle sue terre prima che i tre mesi fossero spirati. Il conte di Caserta, allorché «fu bugiardo ogni pugliese», abbandonò il suo sovrano Manfredi, perché aveva scoperto che era stato adultero.

L’Europa deve migliori armi e soldati e tattica migliore agli svizzeri, i quali non ebbero altro clic infanteria per sostener contro l’Austria la propria indipendenza; ne deve la prima teoria a colui cui deve tante altre cose, a Macchiavelli, e forse a quei Colonna che lo stesso Segretario fiorentino dipinge come maestri dell’arte militare. Deve le truppe permanenti e regolari, ed in conseguenza i principi della nuova disciplina, al Cardinal Ximenes, che compi nella Spagna l’opera che molti sovrani di Francia dopo Carlo settimo aveano tentata.

Carlo quinto ottenne da questi ordini nuovi e dal genio degl’italiani quella grandezza a cui giunse. In quell’epoca non eravi milizia superiore alla spagnuola. La tattica e la disciplina si resero a poco a poco comuni a tutta l’Europa. Gustavo, Tilly, Wallenstein, Condé, Turenna, e colui che dovea nominarsi prima di tutti, Montecuccoli, resero la tattica piú spedita, le evoluzioni piú facili, piú maneggevoli i grandi corpi di truppe. Luigi decimoquarto ne accrebbe il numero, e trionfò di tutta 1’ Europa.

Dopo l’epoca della pace di Westfalia, lo stato militare dell’Europa si è piú che triplicato. Dopo quell’epoca il re di Prussia, Federico secondo fece qualche utile cangiamento nella tattica. Ma egli conosceva profondamente il vizio radicale della milizia di tutta l’Europa, composta in gran parte di reclute, di uomini vili, corrotti, scellerati, i quali correvano a riunirsi sotto una bandiera come in un asilo. «I romani — egli dice — non aveano tali soldati: noi non ne conosciamo tutto il male.