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  • CXXIII. — Spirito e buon senso (n. 107, 7 settembre).

CXXIV. — La guerra con l’Austria è veramente inevitabile?

(supplemento al n. 108, io settembre).

CXXV. — Notizie letterarie (n. no, 14 settembre).

1. Nuova edizione di Fedro, annunziata dall’avvocato Cassitto napoletano. 2. Secondo volume dell’opera del De Attellis sulla civiltá degli antichissimi italiani. 3. Due lezioni sulla dottrina di Dante, recitate all’accademia fiorentina (27 giugno e 4 luglio 1805) da Pietro Feroni, professore di matematica nell’universitá di Pisa. [Certamente, a rendere ancora piú mirabile la dottrina di Dante, vale la barbarie del suo secolo, in cui eran rari i libri e difficilissime le comunicazioni letterarie. Ma che poi un librorum vorax elluo quale fu Dante non conoscesse, secondo asserisce il Feroni, i manoscritti di Esiodo, di Omero, di Apollonio, di Archimede e di altri rinomati scrittori greco-latini, è inammissibile. Prima d’ogni altro, parecchi manoscritti antichi si possedevano ancora ai tempi di Dante, che poi sono andati dispersi; onde, nonché affermare che egli non conoscesse molte opere greco-latine che oggi abbiamo, si sarebbe tentati a supporre che talune ne leggesse che oggi non esistono piú. E poi natura non habet saliti*, m Un uomo non sa piú di quello che può sapere; e ciò che può sapere è sempre determinato da ciò che si sapeva prima di lui >. Affermare pertanto, come fa il Feroni, che Dante conoscesse la descrizione delle costellazioni australi senza averla trovata in qualche scrittore anteriore, vai come asserire o che egli vi giungesse per via di ragionamenti (cosa impossibile pei dati di fatto), o che egli l’avesse indovinata. Al che è facile rispondere che «indovinare vale meno di sapere, perchè il caso vale meno della ragione. Cosí, a forza di volerla di troppo accrescere, la gloria di un uomo diventa minore. Il vero mirabile svanisce appena incomincia il miracoloso».]

  • CXXVI. — Riassunto e commento del discorso: I francesi, i

tedeschi, i russi in Lombardia (supplemento al n. 112, 20 settembre).

  • CXXVII. — Notizia dei lavori dell’Accademia celtica di Francia (supplemento al n. 114, 24 settembre).
  • CXXVIII. — Dialogo tra Socrate e Parrasio (secondo supplemento al n. 115, 27 settembre).

Dialogo inventato, sul tipo dei tanti del Piatone in Italia, e mirante a elogiare il ritratto di Napoleone eseguito dal pittore Appiani.