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tanto picciolo che si cangiò in costume, forse anche in legge; e, volendo oggi distruggerlo, non basta il progetto di un momento, ma è necessario un cangiamento di molte leggi e di moltissimi costumi». A condurre la Spagna dalla floridezza che godeva nella seconda metá del Quattrocento allo sfacelo odierno, valse sopra tutto la cacciata in massa degli ebrei (1492) e la conseguente politica contro i mori. < La peste, la fame, il terremoto hanno il gran vantaggio di non formar mai parte della politica di una nazione: una funesta intolleranza, sia religiosa sia politica, diventa massima fondamentale di un governo, gravita per due secoli sopra un popolo, nè lo abbandona se non quando ha prodotto l’estremo de’ mali».

  • LXXX. — Ai/visi tipografici (n. 149, 12 decembre).

1. Metodo preservativo e curativo della febbre gialla (Milano, Nobile, 1804). 2. Tacito, Annali, tradotti da Pietro Montanari (Verona, eredi Moroni). LXXXI. — Politica (n. 152, 19 decembre).

«Le nazioni dell’Europa son anche esse, al pari de’ privati, sottoposte al potere dell’opinione: sono ammirate, invidiate, temute, amate, compatite, disprezzate... Non è raro, mentre arde una guerra in un angolo della terra, vedere nel caffè di una cittá che trovasi mille miglia lontana, due, dieci, venti oziosi, i quali, leggendo la gazzetta, disputano, scommettono, difendono i diritti chi dell’uno chi dell’altro de’ popoli belligeranti... Queste ciarle, o presto o tardi, producono un’opinione; questa opinione diventa generale, diventa legge delle nazioni; e molte popolazioni dell’Europa sanno quanto abbia loro giovato averla avuta favorevole per un decennio. Quelle stesse cagioni, le quali han prodotto la debolezza politica della Spagna, le han fatto perdere il favor della pubblica opinione dell’Europa fin dal principio del secolo passato. Alberoni gliela avrebbe restituita; ma le cagioni della debolezza eran giá tanto potenti che fecero sagri ficare Alberoni alla gelosia allora collegata della Francia e della Spagna. Oggi l’Inghilterra, la quale mette a calcolo tutto, si prevale finanche della pubblica opinione, ed insolentisce vilmente contro una nazione generosa e piena di antica gloria, che ella crede debolissima».

LXXXII. — Varietá (n. 154, 24 decembre).

Si veda sopra, pp. 125-9.

  • LXXXIII. — Varietá (n. 155, 26 decembre).

Si veda sopra, pp. 130-3.