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LXXVI. — Sul sistema di Gali (n. 140, 21 novembre).

«Il cranio di Kant non poteva sfuggire l’attenzione de’ seguaci del dott. Gali. Kant non avea avuta l’avvertenza, che giá ebbe Denis, bibliotecario di Vienna, il quale, prima di morire, impose al suo erede, sotto gravissime pene, di non consegnare il suo cranio a Gali. E Gali avea giá stampato che egli avrebbe esaminato il cranio di Kant»; laddove di quello del buon abate Denis non aveva parlato, ed è probabile che non vi pensasse. «Or vedete come va il mondo! Kant, minacciato, non pensa a veruna difesa; Denis, senza verun pericolo, si mette in guardia. Questo fatto semplicissimo fa nascere molti problemi filosofici. 1. Un uomo, il quale teme che dopo la morte il suo cranio serva a far dell’esperienze, che cranio ha? 2. Come valutasi l’importanza di un cranio e qual rapporto vi è tra il valore che do io al cranio mio e quello che gli dánno gli altri? 3. Sará vero che, per l’ordinario, sono in ragion reciproca? Ma questi problemi si scioglieranno col tempo». Perora basti notare che la proposizione fondamentale del Gali (che a ogni nostra facoltá mentale è addetta una parte del nostro cervello) si trova giá, e non senza qualche altro particolare, nella Fisiologia di Antonio Sementini. LXXVII. — Il cavallo alato di Arsinoe di Vincenzo Monti (n. 141, 24 novembre).

«Opuscolo pieno di erudizione non volgare e di un raziocinio giusto, che vale piú dell’erudizione, che dovrebbe esser comune e che intanto, specialmente tra gli eruditi, è rarissimo».

  • LXXVIII. - — Nuovi saggi (n. 145, 3 decembre).

LXXIX. — Economia pubblica (n. 146, 5 decembre). La condizione della Spagna è deplorevole. Esercito e marina, tecnicamente arretrati, non son sufficienti alla difesa del paese e sopra tutto dei suoi troppo vasti domini americani. E, eh’è piú, quella popolazione che dá appena 150.000 soldati, fornisce poi circa 300.000 ecclesiastici, ossia circa il tre per cento dei giá troppo scarsi abitanti. E dire che, se in Ispagna vi fosse la metá meno di ecclesiastici, la popolazione in circa cinquantanni potrebbe crescer di due milioni. Una cosí grave debolezza dipende da cause antiche; «osservazione da non trascurarsi mai parlandosi dello stato economico di una nazione, e che servirebbe nel tempo istesso a render piú saggi quegli uomini indolenti, i quali han sempre in bocca: — Questo è picciolo male; vuoi tu che stiamo a perderci dietro queste minuzie? — e quegli altri troppo facili progettisti, i quali ad ogni male sanno trovar pronto un rimedio. Spesso quel male, che oggi è gravissimo, insoffribile, dipende da un altro male che due secoli fa era picciolissimo,