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giammai. Incominciò ad esistere un popolo, ed era necessario che esistesse, perché, in altro caso, il genere umano si sarebbe estinto per eterna vicendevole guerra e per inevitabile languore. Col popolo incominciarono ad esistere arti, industria, commercio, tutti quei mezzi che i militi disprezzavano al pari de’ germani loro padri, per i quali era piú glorioso rapir la sussistenza che guadagnarla; quell’industria, che un antico pregiudizio ancora chiama «ignobile», ma che è certamente necessaria. I re protessero gl’ interessi del popolo; essi divennero piú sicuri; gli ordini piú regolari; i popoli piú numerosi, piú agiati, piú potenti. Rimanevano ancora molti abusi: erano cessati i bisogni ed erano rimasti gli antichi diritti, eran cessate le cose e si eran conservati i nomi, e molti pregiudizi tenevan luogo di leggi. Divenuti dolci i costumi e regolari gli ordini, la preponderanza politica della religione dovea cessare; divenuto il terzo stato la forza principale dello Stato, era ragionevole che fosse eguagliato a coloro i quali fino a quel punto si eran creduti diversi. Tutte queste riforme si potean fare facilmente, se i partiti fossero stati concordi. Ma, per esser concordi, avrebbero dovuto esser savi, e la saviezza non è proprietá dell’uomo: la provvidenza ve lo guida, e quasi ve lo costringe, a forza di dispute, di guerre, insomma di necessitá. Poiché gli uomini non sono savi, la rivoluzione di Francia era inevitabile. Lasciamo a Barruel la gloria di credere che senza l’abolizione de’ gesuiti non vi sarebbe stata rivoluzione: noi siam persuasi che una rivoluzione sarebbe avvenuta, e forse i gesuiti l’avrebbero fatta essi stessi. La rivoluzione fu impetuosa nel suo corso, spinse tutte le idee agli estremi, e, per produrre la libertá, generò l’anarchia ed un dispotismo molto piú crudele di quello che si voleva distruggere. L’ Europa sarebbe stata distrutta inevitabilmente da quella stessa rivoluzione che si era intrapresa per rigenerarla. Ma quella stessa provvidenza, la quale talvolta spinge le idee degli uomini oltre i limiti del vero e le loro azioni oltre la linea del giusto, onde acquistino quella esaltazione di pensiero che sola ne può spingere a tentar le grandissime imprese, li sa poi frenare per l’eccesso istesso de’ mali,