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imprese. Il buon Luigi decimosecondo si lasciò ingannare dai veneziani, dal papa, da Ferdinando di Aragona; e Macchiavelli scrisse che egli non sapeva far nulla. Ciò che ha scritto lo avea detto prima allo stesso cardinale de Rohan, allora primo ministro delle cose di Francia; e ciò che avea e detto e scritto si avverò. La Francia non volle o non seppe fare all’Italia tutto il bene che poteva e che dovea fare per suo proprio interesse, poiché il bene dell’Italia era bene suo; e fu vinta dalla Spagna, che le fece tutto il possibile male. I consigli mezzani né diminuiscono i nemici né accrescon gli amici. Ma forse le azioni degli uomini sono pivi che non si crede sottoposte alle leggi del tempo. Luigi decimosecondo era per certo un ottimo sovrano. Egli ha meritato il titolo piú grande che un sovrano possa mai meritare, quello di «padre de’ suoi popoli»; ma forse, ne’ tempi ne’ quali viveva, né si poteva né si sapeva fare piú bene di quello che egli fece. Tanto egli quanto Francesco primo non solo trattarono con molta umanitá le provincie dell’Italia che avean conquistate, ma vi protessero e promossero le arti, le scienze, l’industria, tutto ciò insomma che era bello ed onesto. Ecco ciò che basta alla loro gloria. Il dippiu si dovea aspettare da quello sviluppo progressivo di idee che spinge costantemente tutto il genere umano alla perfezione.

Mi trattengo volentieri lungamente sopra queste idee, perché non mancano alcuni i quali credono che i popoli italiani e francesi sien fatti dalla natura per esser rivali. Io per me non credo esservi massima piú falsa di questa, sia che si dica alla Francia, sia che si dica all’Italia. La storia di Luigi decimosecondo mostra che quella, nella sua rivalitá colla Spagna, non ebbe tutta la superioritá che le intrinseche sue forze e la giustizia della propria causa le davan diritto a sperare, sol perché non potè fare all’Italia tutto il bene del quale questa avea bisogno. L’Italia, al contrario, se non è stata interamente occupata dalla Spagna, se non è caduta interamente nell’inerzia e se ha conservata una parte almeno della sua nazionalitá, lo deve tutto alla Francia, la quale, per due secoli quasi interi, quanti ne corrono da