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XXIII

L’INFLUENZA DEGLI EROI SULLE BELLE ARTI

Questo è il soggetto del discorso recitato dal signor Giovan Battista Giusti nell’ultima seduta tenuta dall’Accademia delle belle arti di Bologna; e questo soggetto a noi sembra nuovo ed interessante.

Non ancora si sono conosciute le vere cagioni del progresso delle belle arti ; e la storia ci mostra in ogni etá e presso ogni nazione tentativi di ogni genere, intrapresi col massimo zelo, proseguiti con la piú lunga costanza, aver ottenuto o poco effetto o nessuno. Quindi è che tuttavia si disputa e si disputerá sempre sulle cagioni del loro progresso e della loro decadenza, sui modi di promoverle e di conservarle. Si è disputato e si disputa se v’influisca il clima. I partegiani dell’influenza del clima adducon l’esempio della Grecia antica; coloro che negano al clima ogni influenza oppongono l’esempio della Grecia moderna: i primi oppongono la Grecia al Settentrione, i secondi oppongono la Grecia alla stessa Grecia, e dicono che le arti nulla doveano al clima di Sicione, di Efeso, di Atene, ma tutto a Pericle e ad Alessandro. Dall’altra parte la storia vi mostra altre nazioni numerose, ricche, civili, sapienti amar le arti, aver non uno ma dieci Alessandri e dieci Perieli, ed intanto non produrre in due secoli né tanti né tanto eccellenti artefici quanti e quali ne ha prodotti una nazione vicina, debole, oppressa, lacerata da guerra eterna, priva di grandi principi e di grandi protettori. Da che dunque se non dalla natura dipenderá questa non passaggera ma eterna differenza tra due nazioni, la quale non può esser vinta né dagli uomini né da’ secoli? Talvolta la storia vi mostra il prospero successo che ha ottenuto l’istruzione diretta con saviezza o protetta con generositá maggiore, e tal altra, quasi per confondere ogni previdenza