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di circa trenta milioni di persone W. Tanta popolazione aveva bisogno di nutrimento, né ancora 1* Italia era pasciuta dalle provincie conquistate. Traevasi il nutrimento dall’industria propria, e per un gran popolo niuna industria vi è che basti, niuna che possa bastare, se non l’agricoltura. Né le produzioni del suolo italiano eran solamente sufficienti al bisogno del grandissimo numero de’ suoi abitatori; ma tanta erane l’abbondanza che il prezzo ne era estremamente vile. Manlio Marcio dispensò frumento al popolo romano al prezzo di un asse al moggio. Allo stesso prezzo dispensò il farro il tribuno Minucio Augurino nell’anno in cui Spurio Melio, tentando per male augurate largizioni la signoria di Roma, ne ebbe invece la morte. È da credere però che tali prezzi non fossero ordinari, poiché lo stesso Plinio, che li narra, avverte che tanto Manlio quanto Augurino ottennero dal popolo romano moltissime lodi e grandissimi onori l2 \ Ma lo stesso Plinio narra che, nell’anno in cui trionfò Lucio Metello, il prezzo del farro fu di un asse al moggio; un congio di vino ed un peso di fichi secchi vendevasi per trenta assi ; un peso di olio per dieci ; un peso di carne per dodici O). Convien dunque dire che i prezzi di Marcio e di Augurino non fossero bassi assolutamente parlando, ma bensi relativamente all’annata, che forsi era un’annata di carestia; accidente non raro in un popolo, il quale, mentre amava l’agricoltura, amava molto di piú la guerra, che l’ambizione privata rendeva utile ai grandi e l’amor della gloria e della patria rendeva cara a tutti. Polibio ci dá dell’abbondanza e del vii prezzo de’ viveri, che eravi nel Sannio ed in tutte le altre regioni dell’ Italia meridionale nelle quali o passò o si trattenne Annibaie, una descrizione non diversa da quella di Plinio; ed io, come quasi simili, la tralascio U). I prezzi notati da Plinio si posson dire comuni a tutta l’Italia. Né io mi lusingherò di poter dare di tali prezzi (1) Questo è il solo punto su cui sien concordi Hume e Wallace, 1 quali discordano ili tutti gli altri, parlando della popolazione deU’antichitá. (a) Plinio, XVIII, 3. (3) Idem, ibidem.

(4) Polibio, III, passim.