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storia. Il solo tempo non è tanto distruttore: un secolo solo di barbarie vai piú di dieci secoli colti, ne’ quali tutti gli avvenimenti dir si possono quasi contemporanei, perché sempre presenti alle menti degli uomini.

Io credo che un tempo sia stata Etruria tutta l’Italia, cioè che tutta intera l’Italia sia stata abitata da un solo popolo, il quale avea la stessa lingua, la stessa religione, gli stessi costumi e formava, come dovrebbe formar sempre, un solo imperio. So che questa opinione a molli sembrerá un errore. Non importa: non è il primo né l’ultimo che abbia detto io o che diranno gli altri. Io per ora lo credo: forse un giorno tenterò dimostrarlo. Per ora mi basta avvertire che io differisco dagli altri solamente nel credere che la nazione italiana fosse una sola: tutti però convengono che uno era l’impero e che esso era etrusco. In quell’epoca, dunque, tutta l’Italia ha dovuto avere infinite civiltá. Come si potrebbero altrimenti conciliare le tante diverse tradizioni che sugli antichissimi popoli d’Italia ci hanno tramandate gli scrittori antichi?

Io ti trascriverei, caro Gagliardi, un tratto che Ateneo ci ha conservato di Timeo sul lusso, sulla mollezza, sulla voluttá degli etrusci, de’ campani, de’ messapi, de’ sanniti (*). Sai perché non te lo trascrivo? Perché farebbe l’apologiá dell’etá nostra, e non amo che si dica noi non esser corrotti ancora abbastanza.

Autore di tali cose è Timeo, che Cicerone reputa scrittore non solo elegantissimo ma anche eruditissimo <*). È vero che Plutarco condanna il di lui stile e disapprova appunto quel motto sull’incendio di Efeso, che tanto piaceva a Cicerone.

Ma questo potrá servire solamente a render piú modesto qualche maestro di rettorica, il quale crede che i suoi precetti siano infallibili. Ora trattasi di veracitá, e Cicerone è sufficiente garante della veracitá di uno storico. (i) Atenro, IV, 16; XII, 5. Le stesse cose affermano Teopompo ed Alcimo. (a) Cicerone, De oratore, II, 14. La veracitá storica di Timeo è spesso contrastata da Clemente alessandrino. Diodoro siculo, Strabone, Polibio. Ma qui non si tratta di una cosa detta dal solo Timeo.