Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/17

invito riuscirebbe caro ai letterati, i quali spesso si trovano aver de’ piccoli pezzi non sufficienti a formare un giusto volume, e che perciò si pèrdono nella polvere di un gabinetto; utile al foglio, perché lo accrediterebbe presso piú gran numero di persone, e continuerebbero ad accreditarlo gli stessi letterati ; di gloria al governo, che formerebbe in tal modo un deposito comune di tutte le cognizioni degl’italiani ; e Milano diventerebbe la sede della niente universale della nazione. Forse gli abitanti della Repubblica amplierebbero la circonferenza, e gli esteri troverebbero un centro delle loro idee.

A questi letterati si potrebbe promettere qualche mercede, e piú della mercede, qualche ricognizione onorifica proporzionala ai lavori che farebbero. Cosí si otterrebbe maggiore estensione, maggior varietá nelle produzioni e maggior perfezione di quella che si potrebbe sperare dai collaboratori stabili, i quali esigerebbero una spesa piú che decupla. Rimarrebbe cosí allora il bisogno di soli tre collaboratori stabili (dei quali due sarebbero incaricali di una parte quasi meccanica) e di un correttore di stampe. Accreditato una volta il foglio, gli uomini di lettere correrebbero da loro stessi, c non vi sarebbe piú bisogno di spesa veruna.

Allo stesso modo sarebbe utile che il governo invitasse anche qualche funzionario pubblico a somministrar degli articoli, i quali riuscirebbero sempre utilissimi e per la cognizione pratica che essi hanno degli affari e per la dignitá che dar potrebbero al foglio. Tanto gli uomini di lettere, però, quanto i funzionari pubblici non sarebbero obbligati a verun lavoro determinato, e si accettarebbc da essi tutto ciò che vorrebbero, quando e come lo vorrebbero somministrare.

Finalmente è necessaria una decente libertá. Se si vuole che il foglio produca effetto, è necessario farlo apparir quanto piú si possa libero, onde i suoi giudizi ottengano, al bisogno, fede maggiore. Io dico «decente libertá», e non intendo dire licenza, né sfrenatezza, né villania. Si potrebbe prendere per misura di questa libertá quella di cui godono i fogli francesi. Ma spesso nella revisione non si concede neanche la decima