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cose agrarie che ci son pervenuti dal primo popolo della terra; con questo pensiero raccolsi quelle osservazioni che ora ti comunico. Gli agronomi vi troveranno poche ricerche sulla forma degli aratri; gli eruditi poche emendazioni di testi, poche discussioni di antichitá: tutti molte lacune. Ma tutti costoro sappiano che io non ho né modo né ingegno né volontá di far una di quelle che chiamansi opere complete. Mi occupo della storia deH’agricoltura, solo perché non posso occuparmi della pratica. Il mio fine era quello di conoscer lo stato dell’agricoltura presso gli antichi romani.

L’agricoltura consta di due parti: una teorica, l’altra pratica. Mal giudica di tutta l’agricoltura chi ne conosce una parte sola. Quando una nazione è giunta ad un dato grado di civiltá, acquista, sia per le cure de’ propri sapienti, sia per commercio vicendevole cogli altri popoli, una dose di scienza presso a poco eguale a quella di tutte le altre nazioni. I libri teoretici degl’italiani, degl’inglesi, de’ francesi, degli spagnuoli si rassomiglian tutti e contengono quasi tutti gli stessi precetti. Si rassomiglian perciò le agricolture di questi vari popoli? In una stessa nazione molti libri scritti in diverse etá ritengono sempre lo stesso pregio; prova che i precetti, che contengono, son veri. Ma lo stato dell’agricoltura nelle due etá si trova esser lo stesso? In tanta frequenza di commercio, in tanta abbondanza di libri, quanta è quella nella quale oggi viviamo, noi abbiamo mille altre vie per conoscere qual sia la pratica vera di una nazione moderna e lo stato della sua agricoltura. Abbiamo, oltre i libri teoretici, mille altri di diversa natura, li quali c’insegnano i fatti e dileguan gli errori e le incertezze che nascono dal conoscer la sola teoria. Sappiamo, almen per approssimazione, quanto arano, seminano, producono, consumano quasi tutti i popoli moderni dell’Europa. Degli antichi non lo sappiamo.

Dal risorgimento dell’Europa dalla barbarie abbiamo non interrotta la serie delle ricerche e delle scoperte agrarie, e possiam dire senza timore di errore: — Tal veritá è stata scoperta prima, tal dopo; tale da un popolo, tale da un altro; questa il tal popolo l’ha imitata da un altro popolo piú savio e piú diligente