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Quegli Stati, i quali ancora si ostinano nelle vecchie massime, sono minacciati d’inevitabile debolezza, perché, per la fatale divisione che mantengono tra una parte della nazione e l’altra, è inevitabile che rendano inutile una delle due. Il gran generale, il profondo ministro sono uomini rari. Chi s’impone la legge di ricercarli tra dieci, li troverá piú difficilmente di colui il quale li ricerca tra mille, tra tutto il popolo. Ecco la ragione per la quale tutte le nazioni, quando per cagione di un’interna sedizione hanno rotti tutti gli ordini antichi, fanno le piú grandi operazioni. Crormvell (e Cromwell conosceva gli uomini ed i popoli) soleva dire: — Il momento che siegue una rivoluzione è il momento piú opportuno a divenir padrone della terra. — Per eseguir le grandi cose vi bisognano grandi uomini. Questi non mancano: la natura li produce come tutte le altre cose necessarie alla vita. Ma gli ordini civili per l’ordinario sogliono farli rimaner occulti, inoperosi o perseguitati, e per tal modo una nazione viene a rimaner priva della piú gran parte delle sue forze, che è la mente. Quali sono i migliori tra gli ordini .civili? Quelli per i quali il merito non rimane mal ignoto né inutile né perseguitato. Allora ogni uomo diventa attivo e la forza dello Stato è realmente la forza di tutti i suoi cittadini.

Nella rivoluzione francese si era abusato di questa massima (e di che non si abusò nella rivoluzione francese?), e si era creduto che aprir la strada al merito fosse la stessa cosa che aprirla a tutti; si disse di aprirla al merito e si apri alla canaglia. Si obliò la profonda osservazione di Aristotele, il quale avea detto che l’ottimo de’ governi era quello in cui predominavan gli ottimi, ma che questi ottimi non si dovean né si potevan ricercare individualmente, bensi doveansi ricercare per classe; che vi era in ogni Stato una classe di ottimi, e che questa era composta di coloro i quali non fossero né corrotti per eccessiva ricchezza né avviliti per soverchia povertá. Quindi la proprietá, nella nuova forma di governo, è divenuta con ragione base delle costituzioni. Alla proprietá è ben affidata la custodia delle leggi: i proprietari, dice lo stesso Aristotele, sono