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Bacone credeva il migliore, ma che intanto non conduce mai a vera scienza, la quale non vi è senza le idee universali. Un solo tentativo in questo genere l’avean dato i due Gentili, uno segnando la strada a Grozio col suo trattato Del diritto della guerra , l’altro riducendo a forma metodica tutto ciò che fino a’ suoi tempi erasi scritto sulle cagioni e sugli effetti delle rivoluzioni civili. Ma tali opere non erano che picciole parti di grande edificio. Mancava ancora chi ne formasse il disegno, chi mettesse la prima pietra. Era necessario conoscer prima di ogni altra cosa la natura della cittá, analizzarne le varie parti, conoscerne i diritti e le obbligazioni. Ed il primo a definir, e con esattezza, tutte queste idee fu Gian Vincenzo Gravina, uno degli uomini piú grandi che abbia l’Italia: quel Gravina di cui tre definizioni forman la base del Governo civile di Locke e dello Spirito delle leggi di Montescjuieu, e tre paragrafi contengono quasi intero il Contratto sociale. Montesquieu a nessun altro degl’italiani è stato tanto grato quanto a Gravina ed a Macchiavelli. Gravina è stato forse il solo da lui citato, Macchiavelli il solo da lui lodato. Ma il merito di questi due grandi scrittori era tanto poco noto oltremonti, che di Gravina si è tenuto conto come di un semplice giureconsulto, di Macchiavelli Bielfeld si maraviglia che abbia potuto meritar tante lodi da un uomo quale era Montesquieu. «Fa meraviglia — dice questo amabile amburghese — che un politico tanto sublime abbia potuto dar tante Iodi ad un politicastro». Che rispondere al signor Bielfeld? Egli ò morto: il Signore abbia in gloria l’anima sua! Poco dopo Gravina surse Vico e fondò realmente una scienza nuova. Egli il primo vide che tutte le leggi doveano avere una ragione, e che questa ragione dovea star riposta nell’ordine generale delle cose: vide che a quest’ordine doveano andar soggette anche le istituzioni civili, e segnò l’orbita intorno alla quale si aggirano con periodo eterno tutte le civili societá. Leggi, governi, costumi, religioni, tutto divenne conseguenza della proposizione generale che esprimeva quest’ordine eterno; i precetti, gli usi, le leggi di tutte le etá divennero tante