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tabile; non è in poter nostro il cangiarli; appena ci è permesso di dirigerli a fine migliore. Ma convien conoscerli. Inutilmente dareste alla madre, al padre, che abitano un villaggio, gli stessi consigli che date ai genitori che abitano la cittá. Conviene sapere ciò che essi possono, ciò che debbono fare. Vuoi piú? Convien sapere qual sia la via per persuaderli, per indurli a fare, quale sia il metodo piú facile per far si che i genitori insegnino, che i figli apprendano la virtú. La mente dell’abitatore della campagna è diversa da quella dell’abitator della cittá: ciò che persuade il secondo non è compreso dal primo.

Il fine, a cui si deve tendere, è lo stesso: la virtú; ma, simili a due animali che sieno di diversa natura e vogliano pervenire alla cima di un istesso monte, debbon camminare per due strade diverse.

Tali e tanti sono gli oggetti necessari a considerarsi prima di tentar l’educa/.ione di un popolo. Io non ho fatto che indicarne i principali. Chi potrebbe enumerarli tutti? Ma possiam noi dire, può dire verun popolo moderno, di averli mai esaminati con tutta quell’attenzione che l’importanza di essi richiedeva? Il popolo si è abbandonato a se stesso, e si è detto: — Il popolo è inemendabile. — Ignorandosi i modi di dirigerlo, si son moltiplicate le catene per frenarlo; perché non si sapevano le ragioni per persuaderlo, si sono accresciute le pene per ispaventarlo. Cosí il pedante mercenario, che vende a misura di tempo le prime linee della sapienza umana, mette ogni sua ragione nella sua ferula, e dice: — Tutt’i fanciulli sono indocili, ed è indispensabile il rigore. — Ma io ho osservato che il bisogno di rigore è sempre in ragion inversa della cura del maestro: il piú diligente è sempre il meno severo. ili No, noi non abbiam fatto ancora nulla pel popolo. Gli antichi aveano sciolto il problema togliendo dalla classe de’ cittadini e mettendo nella classe de’ servi il maggior numero degli artefici e quasi tutt’i venditori e, in qualche cittá, anche coloro