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alla casa. Ho visti molti libri destinati ad istruire ne’ propri doveri le varie classi delle persone che compongono la societá. Ve ne cono taluni scritti con quella insinuante semplicitá che era tanto comune tra gli scrittori antichi e tanto rara tra i moderni, e che è tanto superiore allo spirito, clic vuole sempre elevar sé, ed alla pedanteria, che talora si orna del nome di «critica», talora del nome di «gusto», e vuol sempre deprimer gli altri. E noi moderni, a forza di spirito, di erudizione, di critica, di gusto, andiara perdendo tutto quel vero bello che solo si ottiene per l’originalitá. Perché gli uomini non sono originali se non quando sentono ed espongono sentimenti propri; e non si sente nel gabinetto e nelle officine de’ grammatici e de’ retori, ma nei vasti campi della natura, nella cittá, nella casa; non si sente senza morale privata e senza morale pubblica. Sarebbe mai vero che anche la letteratura avesse bisogno di nuova educazione? Ma, ritornando al nostro soggetto, questi tali libri io reputo utilissimo che si rendan quanto piú si possa comuni in ogni nazione. Ma soli non bastano. Essi tengono nella educazione popolare lo stesso luogo che tengono nell’educazione letteraria le scuole speciali: è necessario che a questa istruzione particolare preceda la comune. Ogni uomo, prima di esercitare un mestiere, è nato cittadino; prima de’ doveri di sua propria elezione, ne avea degli altri che nascevano da un patto piú antico e piú santo; e prima anche di ogni patto di cittadino, la natura avea imposti de’ doveri all’uomo. Quale è l’istruzione che il popolo oggi ha per questa morale comune? Io credo nessuna. Tutte le nostre istituzioni di morale sono troppo dotte, troppo sublimi, né possono servire al popolo. Se il grande autore degli Offici ritornasse tra noi e vedesse la piú gran parte delle nostre biblioteche occupate da voluminosissimi trattati sul «principio conoscitivo» del diritto naturale, sull’etica, sui casi di coscienza, ecc. ecc. ecc., son certo che direbbe: — Tanta fatica deve dunque costar tra voi il saper esser uomo onesto? — La religione ha supplito in questo alla filosofia, ed ha dati