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rimaner solo; ma, siccome è nell’ordine della natura che vi sieno tutti e tre, cosí, non volendo viver amici, è necessitá che sieno inimici. Vi è tra essi una lotta segreta ma continua, che il volgo non avverte, ma i di cui effetti non sono perciò né piú evitabili né meno funesti. Tutto ciò che è avvenuto da dodici anni in qua che altro è mai che l’effetto di quell’urto che vi era tra le istituzioni politiche, filosofiche, religiose di tutt’ i popoli?

Or, ricomposte una volta le cose, qual è l’unico mezzo ed efficace per impedire il ritorno de’ mali? Errano tutti coloro i quali ne attribuiscono la colpa ad una cagione sola; molto piú errano coloro i quali l’attribuiscono alla filosofia, la quale pare che, in questa gara di vicendevoli accuse, sia stata la piú calunniata. Finanche i gesuiti son surti a dire: — Se non si fosse abolito il nostro ordine, la filosofia non avrebbe mai prodotta la Rivoluzione. — Forsi sará vero; ma ne avrebbero prodotta un’altra essi stessi, ed oh quanto piú estesa e funesta! La Rivoluzione non è stata prodotta né dai governi né dalla ragione né dalla religione, ma dal conflitto di tutti e tre. Se continuerá questo conflitto, se uno de’ tre vorrá escluder l’altro, si renderanno eterni i semi di nuovi cangiamenti ; perché, lo ripeto, essendo necessitá che vi sieno tutti e tre, se non sono d’accordo, saranno in guerra. E siccome, tra i tre, la filosofía, avendo minori rapporti cogl’interessi presenti e sensibili degli uomini, suole esser la piú oppressa, cosí la prima cura di tutt’ i governi deve esser quella di sostenerla e quasi di carezzarla. Il far ritornare la barbarie è lo stesso che voler rendere i popoli meno atti a produrre il bene, lasciando loro sol tanto di energia che basti a produrre i mali. Questa non si può toglier mai, perché a produrre il male basta la sola forza che mantien la vita; a produrre il bene è necessitá che questa forza sia unita alla ragione, e la ragione non si acquista se non coll’educazione. Non mai il bisogno dell’educazione è stato maggiore. Tutti gli usi antichi, che tenevan luogo di precetti, vacillano: gli uomini, dopo i troppo violenti cangiamenti di ordini e d’idee, soglion cadere nell’anarchia de* costumi, che è peggiore di quella