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a servire, questo popolo che non ha mente, è quello che tante volte vi fa tremare con quei delitti, ai quali lo spingono quella miseria, quell’ozio, quella rozzezza in cui, per mancanza di educazione, voi lo lasciate. Se la religione non avesse presa un poco di cura della educazione sua, qual sarebbe mai questo popolo?

Ma la religione può essere un efficace istrumento di educazione, non giá l’educazione istessa. È necessario che la legge le dia la norma, perché spetta alla legge, alla sola legge, il determinare qual debba essere la virtú del cittadino. È necessario che la filosofia le indichi i mezzi, perché la filosofia è quella cui spetta conoscere il cuore e la mente umana e le vie per insinuarvi la virtú e la saviezza. In quella cittá vi sará educazione perfetta, in cui il legislatore, il ministro della religione, il filosofo vi concorreranno tutti egualmente e tutti saran di accordo; in quella cittá si otterrá ciò che di tutte le istituzioni civili deve esser il fine: la massima concordia tra le parti e la massima energia nel tutto. Quando gli efori discacciarono da Sparta il poeta Archiloco, gli dissero: — Tu hai cantato esser meglio perder lo scudo che la vita; e le nostre leggi ci dicon l’opposto. Tu hai detto che la vita, perduta una volta, non si riacquista piú, ma che, perduto uno scudo, puossene avere un altro migliore; ed i nostri maggiori han detto, al contrario, che la vita allora veramente si perde quando per viltá si lascia sfuggire l’occasione di darla alla patria. Ora tu vorresti rimanerti qui tra noi? Se tu vorrai tacere, sarai superfluo; se vorrai cantare i tuoi carmi, sarai pericoloso. Questa nostra cittá sarebbe per te divisa in due, delle quali una sarebbe composta di cittadini utili ed ubbidienti alla legge, l’altra di disubbidienti ed inutili. — Con queste massime Sparta si sostenne quasi sette secoli, diede le leggi alla Grecia c fece tremare il gran Re.

I popoli moderni sono tutti divisi in tre cittá diverse, le quali si potrebbero, dal nome delle tre facoltá principali dell’uomo, chiamare la cittá della forza, la cittá della ragione, quella della fantasia. Alla prima presiedono i legislatori, alla seconda i filosofi, alla terza i sacerdoti. Ciascuno di essi vorrebbe