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LII

Di Cleobolo a Platone

[Il Sannio — Cluenzio e la sua ospitalitá — La cittá di Latino — Il territorio dei frentani — Di lá dal Tiferno.J Sono giá. nelle terre de’ sanniti. Non ho scorse che poche centinaia di stadi, non ho passati che quattro fiumi; e giá parmi essere in una regione lontanissima: tanto il cielo, il suolo, i costumi degli abitanti sono diversi]

Da Taranto fino al Tiferno non ho trovato nulla d’importante. Da Taranto all’Ofanto, uno strato di terra argillosa, la quale, esposta all’aria, s’indura e divien bianca, talché supplisce alle pietre negli edifici; dall’Ofanto al Frentone, uno strato di terra densa, negra, ferrace, sotto la quale si stende un altro strato di breccia marina: da per tutto i segni del mare che si è ritirato, donando agli uomini un’immensa pianura per la loro comoda abitazione: da per tutto la stessa siccitá; da per tutto non popoli, ma frantumi di popoli, senza ordini, senza costumi, senza ragion pubblica che dir si possano propri, trastulli di popoli piú potenti che stanno ai confini. Tali sono i messapi, i salentini, i dauni, gli appuli, né io ne escludo gli stessi frentani, ad onta che Cluenzio mi parlasse con pompa dell’estensione del territorio, del numero degli abitanti, della forza militare della sua nazione. Cluenzio è uno de’ principali cittadini di Carino, eh’è la principale cittá dei frentani b). Io ho passata una notte in sua casa. Gli son grato per la cortese ospitalitá colla quale mi ha accolto. Larino mi (i) Cluverio, Italia antiqua ; Giustiniani. Dizionario ; Cicerone, Pro Cluentio.