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ed il mio labbro non volea dire ciò che non sentiva il mio cuore. E perché avrei offeso io con una inutilmente dura veritá la lusinga di un uomo che si credeva contento? Ma tu sai che l’amicizia non sempre si contenta del silenzio, e vuole le lodi: io era padrone di tacere; ma, costretto a parlare, potea io non dire la veritá?... Addio allora il povero tuo Cleobolo. — Tu sei un morto! Tu non intendi l’armonia! Il tuo orecchio è duro ! — Questi furono i piú galanti tra gli epiteti che mi furon regalati. Tentai di ragionare... Mi dissero tante cose: mi raccontarono la storia di Pittagora, che avea scoperta l’armonia tra l’incudine ed i martelli di un ferraio, presso a poco nello stesso modo nel quale gli spartani aveano scoperto sotto il mantice di un altro ferraio le ossa nascoste di Oreste <0. Si parlò di «diapason», di «diatesseron», di «diapente». Io credeva d’intendere i nomi, ma vidi che ai nomi noti essi attaccavano idee a me ignote. Io parlava degli effetti che le consonanze producevano sulle mie orecchie, ed essi mi rispondevano che l’orecchio non si doveva ascoltare, che l’armonia non avea che fare coll’orecchio. — Sará — diss’io allora; e questa mi pare la miglior risposta che possa dare un ateniese che si trova in Taranto. Finalmente vien il giorno del concorso. I pittagorici aveano avuto la cura di occupar tutti i primi sedili. La musica di Mnesarco incomincia, ed essi incominciano ad applaudire. Per la prima volta furon soli; questo li raffreddò, e per la seconda volta gli applausi furon meno caldi; la terza volta tacquero; la quarta tutti gli spettatori incominciarono a fischiare; al quinto coro, uno sbadiglio profondo incominciò da un angolo del teatro e ne fece tutto intero il giro, simile ad un vapore sonnifero di Lete, che, esalando dal fondo, si fosse sparso vorticoso a riempierne le vòlte. (i) Questo fatto è attestato da tutti gli scrittori armonici antichi, ripetuto da quasi tutti i moderni. Eppure non vi è fatto piu inverosimile di questo. Il primo a metterlo in dubbio è stato 1 * ingegnoso ed elegante Vincenzo Galilei.