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Di Cleobolo a Platone SULLA MUSICA

[Un concorso musicale di pitagorici a Taranto — Insuccesso di Mnesarco — Mnesilla — Tutte le regole di Pitagora non posson dare a un musicista una dramma di genio — L’antica musica greca — Tre classi di uomini: quei che sentono (i giovani), quei che ragionano (i vecchi), quei che uè sentono né ragionano — Piú che vecchi, i filosofi son talora vecchi rimbambiti — Timoteo costretto dagli spartani a ridur le corde della sua lira al numero antico — Aristosseno e la sua critica della musica pitagorica.]

Ma che fai tu dunque in Locri e Crotone? E perché non ritorni in Taranto, ove l’onor di Pittagora in pericolo richiede l’aiuto di una destra tanto potente quanto la tua? Non si tratta di meno che di rovesciar tutto l’ordine della natura, metter la terra ove è il sole, il sole dove è la terra, distruggere tutta l’armonia delle sfere, e, quello che è peggio, dare una mentita a Pittagora: le furie di Cilone non ci fecero tanto male quanto oggi. P er l’imperizia o per la sventura di un musico, se ne minaccia. Sappi dunque, mio caro Piatone, che nelle feste di Ercole vi è stato il solito concorso di musica, ed uno de’ concorrenti è stato un pittagorico. Egli sa tutta la scienza de’ numeri. Nessuno è piú dotto di lui. Pochi giorni prima delle feste, tutta la citta parlava della sua musica. La fece ascoltare a qualche amico. Quali applausi! — Per Ercole! questa è armonia! — mi diceva Nearco. Io taceva: il mio cuore rimaneva freddo,