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i segreti consigli di un principe, tutt’i fatti di un uomo oscuro ed i fatti picciolissimi di un uomo anche illustre; e tutte le dispute che si inuovon su queste cose sono oziose e puerili. Tali sono per la maggior parte quelle censure che Ateneo ha raccolte contro Platone, perché ha fatto viaggiar Socrate fino a Samo e lo ha fatto arrivar fino.(0, mentre Socrate tante volte avea detto di non esser mai uscito dall’Attica. E chi di noi non fa tuttogiorno de’ piccioli viaggi di tale natura, i quali, se qualche straordinario accidente non li rende memorabili, si obliano da quell’istesso che li ha fatti? Ma, al contrario, non si può di nessun uomo veramente illustre ignorar la patria: quando anche per accidente talora s’ignorasse la terra natale, non s’ignora la provincia; e quando anche s’ignora la provincia, se ne sa la regione. S’ignorerá l’anno preciso della sua nascita, ma non s’ignorerá quello della sua morte; s’ignorerá anche questo, ma si sapranno gli anni della sua vita, si saprá almeno l’epoca nella quale è vissuto, e non si fará contemporaneo di altri uomini che hanno esistito in due o tre secoli diversi. Ma, quando avvien che di un uomo s’ignori non solo la patria ma anche la provincia, ma anche la regione; non si sa l’anno della sua nascita, non quello della sua morte, non la durata della sua vita; e questa si estende per molti secoli, e si riempie di accidenti eontradittòri, inesatti, miracolosi: allora è necessitá credere che l’esistenza di quest’uomo preceda quel tempo che Varrone chiamava «istorico». Or tutto ciò si osserva nel maggior numero degli scrittori che abbiamo sulle cose pittagoriche; e, per digrazia maggiore, le poche notizie, che ci han conservate Platone ed Aristotele, sono di natura diversa da quelle che abbiamo dagli scrittori posteriori, talché la veritá non può emergere neanche dal paragone de’ vicendevoli detti. Fiatone ed Aristotele, per l’ordinario, parlan della dottrina; le notizie della storia è necessitá, per l’ordinario, raccoglierle dagli altri. Quindi è che io credo tutto ciò che riguarda la dottrina esser piú facile a rischiararsi che quello che riguarda le azioni e la cronologia de’ pittagorici. Per conoscer queste ultime cose, noi non possiamo avere quel criterio di vero che consiste nel paragonare il detto di un autore o colla cosa istessa o col detto di un altro autore, la di cui fede sia superiore ad ogni eccezione: le cose non esistono piú, e que’ pochi autori, sulla fede de’ quali (i) In bianco nel nis. [Ed.]