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La corruzione de’costumi produsse la corruzione delle arti, le quali sono de’ costumi ed istrumenti cd effetti. All’antica e severa magnificenza successe l’affettato e lo stravagante. Ne’ tempi antichi i nostri padri aveano edificato questo tempio che qui vedi ; mura che per la soliditá loro erano attribuite ai ciclopi ; fiumi inarginati e canali moltiplicati ovunque lo richiedessero o il commercio o l’agricoltura. Le fosse filistine ed i tanti canali, ne’quali han divisa l’impetuosa forza deH’Eridano, indicano al tempo istesso e le loro arti ed i loro costumi t*). Ne’ tempi posteriori hanno edificato in Chiusi il sepolcro di Porsenna: un monumento di pietre quadrate; ciascun lato ha trecento piedi di lunghezza, cinquanta di altezza; nel mezzo di questo immenso parallelepipedo, un labirinto; sopra del medesimo cinque piramidi, quattro agli angoli, una in mezzo; ciascuna di esse ha settantacinque piedi quadrati di base, centocinquanta di altezza, e tutte sostengono una grandissima cupola di rame; ed al di sopra altre quattro piramidi di cento piedi, che sostengono un’altra vòlta; ed altre cinque piramidi, alte (dicono le favole etnische) quanto tutto il rimanente dell’edifizio! < 2 >. Né la stessa religione fu salva dalla corruttela universale. Si osserva piú spesso i costumi corromper la religione che la religione conservar i costumi, perché piú facilmente noi trasportiamo negriddii le qualitá umane che negli uomini le qualitá divine. La religione de’ nostri padri era semplice e pura. Vedilo ne’ misteri di Samotracia, ai quali la religione nostra molto somiglia. Tutto in essi è filosofia, ed i nomi degl’iddii esprimono le tre cose che in ogni soggetto si possono considerare, la cagione, la sostanza, l’idea: la prima col nome di Giove e col simbolo del cielo; della seconda il nome è Giunone, il simbolo la terra e l’aria; la terza è Minerva, figlia primogenita e grandissimo incremento di Giove. Né, a creder mio, altri ha mai conosciuta la vera natura della divinitá fuorché colui il quale ha con tal nome invocata la Mente unica che governa il mondo; (0 Plinio, iii, 16. (i) Plinio, xxxvi, 13.