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1 LXXV - RISPOSTA DI PLATONE 233 avvenute, che poi per l’ignoranza de’ posteri han preso aspetto di favola. Tale è la grandissima, che sommerse nel fondo dell’Oceano quella vastissima isola, alla quale le antiche memorie danno il nome d’Atlante, ove abitava quel popolo potente che tutta avea soggiogata la terra onde è circondato il Mediterraneo, ed avrebbe estese le sue conquiste anche nell’Asia, se non fosse stato prima vinto dai nostri maggiori, poscia distrutto dalla giustizia di Giove, il quale, vedendo che col desiderio ingiusto di ricchezze e di potere corrompevasi l’antica generositá della stirpe, volle che per forza di necessitá tornasse ad esser temperante e modesta. Tale è l’altra che dai nostri poeti, grandissimi conservatori e corruttori delle memorie antiche, si simboleggia colla favola di Fetonte, la quale rammenta un vastissimo incendio che arse e distrusse gran parte della terra, e specialmente l’Italia, ove narrasi che Fetonte sia caduto. E questa rovina di fuoco fu molto piú antica di quella che le acque produssero in Grecia nell’etá di Deucalione e di Ogige. Non vi è popolo, il quale non incominci la sua storia da una di queste rovine: essa si trova nella storia di tutt* i popoli. Quale tra questi sará il piú antico? quello il quale conta piú lungo numero di secoli dopo tale rovina. Or noi per certo ne contiamo molto pochi : essi non sono sufficienti a far di nuovo apprendere a’ greci le arti della vita. Le pietre di Pirra non potevano dopo quattrocento anni soli produr Dedalo, e dopo ottocento il tuo grande avo Solone (0. È necessitá che i greci abbiano apprese queste cose dagli altri popoli, onde supplir coll’esperienza altrui alla propria, per la quale mancava il tempo necessario. Non vedi che di moltissime parole della nostra favella convien derivarne l’origine dalla favella de’ barbari? ( 2 >. Eranvi dunque de’ ( 1 ) Tutto il contenuto di questa lettera si trova quasi colle stesse parole nel Timto e nel Cripta . L’argomento, che qui aggiugnc Platone, contiene una gran veritá. Ammessa nella Grecia una catastrofe circa Pela di Ogige, è impossibile che la civiltá greca siasi sviluppata, senza il commercio di altri popoli piú colti, tanto sollecitamente. In America, al certo, lo sviluppo è stato piú lento; e la crisi in America* ha dovuto precedere almeno di sei secoli la sua scoperta. (2) Platonk, Cratilo .