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che allora sommerse la terra. Imperciocché molte e varie furono e saranno le rovine degli uomini : alcune prodotte da cagioni minori, le piú gravi prodotte dalla forza del fuoco o delle acque. Se la distruzione vien dalle acque, si salvano tra gli uomini gli abitatori degli altissimi monti ; se dal fuoco, gli abitanti delle pianure vicine al mare; ma si questi che quelli, in picciol numero, privi di lettere e di memoria e perciò divenuti quasi di nuovo fanciulli: di tutte le azioni, le leggi e le virtú de’ padri loro non rimangono che i nomi, e questi anche oscuri e confusi, perché, per la rozzezza di quegli uomini che si salvano, non si può ritener la memoria delle cose. Ed a questa prima cagione di obblivione e d’ignoranza si aggiunge anche la lunghezza del tempo, perché bisognosi tanto essi quanto i figli propri delle cose al vitto necessarie, e ponendo nella ricerca delle medesime tutta la loro mente, ogni cura di altre cose abbandonarono. Imperciocché il narrare e l’investigar le cose antiche nascon tra gli uomini coll’ozio e coll’abbondanza delle cose necessarie alla vita. La miseria estingue l’ingegno e la memoria. — Cosí parlava l’egizio a Solone, ed a questo aggiungeva il racconto di mille azioni gloriose, che i nostri maggiori avean fatte in que’ tempi che precedettero l’ultima distruzione, dalla quale incomincian le memorie che oggi abbiamo. Ed era allora Atene molto piú grande e popolata che oggi non è, estendendo i suoi confini dall’Istmo alle falde del Citerone e del Parneto. Quella terra, che oggi rimane, è come ossame di un corpo consunto. I moltissimi diluvi, che si sono succeduti nella serie de’ secoli, hanno strascinata la terra da luoghi sublimi, e, non formandone isole (siccome han fatto altrove), l’han tutta sommersa nel fondo del mare. Allora avean gli ateniesi colli altissimi; i campi, che oggi chiamatisi felei, eran ricoperti di terra negra ed ubertosa; ed in que’ monti, ove oggi pascolano solamente le api, sorgevan selve densissime di alberi, de’ quali taluno forse ancora si vede negli antichi edifici nostri. Tante mutazioni può produrre il lungo volger degli anni! Gli egizi asseriscon serbarsi ne’ loro tempii memorie di novemila anni, durante il qual tempo moltissime vicende sono