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tazioni, tu vi scorgi tanto acume e tanta diligenza, che quasi sei tentato a credere ch’esso sia stato l’unico oggetto de’ suoi pensieri. Li suoi principi di fisica li diresti quasi simili a quelli di Timeo. Vi ritrovi egualmente li quattro elementi, le quattro qualitá di caldo, umido, freddo e secco, le quali, diversamente distribuite, producono le nostre diverse sensazioni; le... Tutto, insomma, sembrami simile; ma ad Ocello rimane sempre la gloria di aver preceduto Timeo, come a Timeo quella di aver perfezionati i pensieri di Ocello. Io non mi sazio di leggerlo: lo divoro. Do a lui nella notte tutte quelle ore che nel giorno m’invola l’amicizia. Ciò che in lui piú mi sorprende è l’unione che ha saputo dare alle tante e molteplici e vaste sue cognizioni. Tutte le scienze non sono per lui che una scienza sola: tanto sottilmente ha egli saputo conoscerne i rapporti ed i legami vicendevoli, e con tanto acume scoprir i principi che son comuni a tutte! Avea udito dir qualche cosa di simile da Timeo; qualche altra da te, che spesso hai meco ragionato di quel vero unico, eterno, immutabile, da cui tutte le nostre cognizioni traggono origine; di quella che tu chiami «scienza delle scienze», perché tutte le contieneb). Ma perché non lo dirò io? Questa unione mi pare che sia l’ultima opera della sapienza umana; e noi greci ne siamo ancora molto lontani. Presso di noi le scienze sono ancora isolate, e l’una par che sia inutile all’altra. Si è detto che Socrate abbia richiamata la filosofia dal cielo alla casa: i pittagorici han fatto meglio, perché han chiamata in casa la filosofia del cielo, e, o in cielo o in casa, è sempre la stessa filosofia. Ascolta Ocello come dá principio al suo trattato sulla generazione e sull’educazione. «L’uomo non è abitator di una casa o di una cittá: egli è il primo tra gli abitatori della terra. Or, siccome il dovere di un buon padre di famiglia è quello di far si che nulla manchi nella casa propria, ed il dovere di un (i) Platone, nel Teeleto , nel Regno, passim .