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disprezzano: ambedue potranno esser talvolta fortunati, ma felici non mai. Savi e felici sono coloro i quali ricevono con venerazione le ispirazioni degl’iddíi e sono attenti ad interrogar l’animo loro, onde divenir di giorno in giorno migliori. Né tu hai alcuna colpa, né gl’iddíi ti voglion punire. Hai allontanato da te colui che ami e da cui sei amata. Hai tu cessato di amarlo? e se tu lo ami ancora, che importa ch’egli sia vicino o lontano? Tu hai fatto per virtú ciò che un’altra avrebbe fatto per capriccio. La felicitá nella vita, simile all’armonia nella musica, non si ottiene se non col sospendere, col ritardare, quanto piu è possibile, le cadenze. Di tali sospensioni l’uso tra le donne è diverso. La stanchezza de’diletti v’induce molte per noia; altre le desiderano per orgoglio, perché, piú che amare, bramano esser amate; e tanto le prime quanto le seconde possono accrescere il diletto, ma non mai la perfezione, della quale si dice che sia padre l’amore. Quelle poi, anime piú generose, che le desiderano per virtú, soffrono realmente pena maggiore e maggior contrasto, ma ne traggono beni maggiori, perché, invece di scemare, cresce colia lontananza l’amore, e cresce la virtú, che è la sola madre.di vero e durevole amore... Qual sogno ! Mi pareva che dopo un lunghissimo cammino era entrata in un giardino, in mezzo del quale s’innalzava un picciol tempio consacrato a Venere Urania. La stanchezza, forse anche il dolce susurrar delle frondi che ombreggiavano il tempietto, ed il sacro mormorio di quell’acqua che spicciava dallo stesso scoglio sul quale stava l’immagine della dea, mi aveano immersa in una specie di riposo, il quale non era veramente sonno, ma rassomigliava quella dolce stanchezza che suol ricoprire come di un velo trasparente i nostri sensi ; ed io né vegliava né dormiva, ma vedeva ed udiva... Giaceva a’ piedi della dea. Vedeva sopra un ramoscello di mirto un nastro, sul quale erano scritti il nome suo ed il mio, ed il nastro era annodato. Due colombe ne prendevano col becco le due estremitá, volando una da un lato, una dall’altro; ed, a misura che le colombe si allontanavano, il nodo si stringeva... Grazie, potente Urania, accetto l’augurio ! Sia esso verace!...