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parole piú dolci dello stesso piacere. Lode agl’iddíi! o mio figlio. La virtú è nata sulla terra. Sai tu quelle eterne forze e contrarie, le quali, temperate da sapienza infinita, ritengono gli astri nell’orbita loro? Due simili affetti gl’iddíi han messi nel nostro cuore: pel primo l’uomo tutto trarrebbe a sé, per l’altro egli è tratto da tutto ciò che lo circonda. Solo, questo secondo potrebbe distrugger l’uomo; ma il primo, solo, distruggerebbe l’universo. E di questo secondo affetto, conservatore del mondo, il primo senso, il primo movimento è la pietá (0. Simile alla statua di Prometeo, l’uomo, che senti la prima volta questo affetto, rimase meravigliato della nuova vita che in sé incominciava a palpitare, e per qualche tempo quasi s’indispetti contro l’incognita forza, che tutto intero mostrava voler prendere il governo delle sue azioni. Talora cedette, tal altra riluttò; talora pianse, e poscia arrossi delle lagrime sue; talora ritornò alla prima ferocia, e poi pianse di nuovo de’ suoi furori. Cosí, ne’ campi ove giá fu Troia, Achille ondeggiava tra l’amore, lo sdegno, la pietá, le preghiere, le lagrime e le minacce; cosí, se enorme sasso precipita giú per l’erta china di un monte ed avvien che urti in un insuperabile ostacolo, non perciò ritorna in un istante all’antica quiete, ma ritiene lungamente il primiero suo moto, e continua ad oscillare finché i replicati urti della nuova forza non consumino tutta intera l’antica. L’uomo udí per la prima volta parole diverse dagli accenti del timore che fugge o della debolezza che cede, e per la prima volta imparò a legger negli occhi altrui: «Tu mi sei caro». Dalla bella statua di Galatea sfavillò un’anima, e l’uomo arse per nuova e fino a quel tempo incognita bellezza. Era questa la bellezza della mente. Imperciocché la bellezza eterna, della cui vista si bean le menti nel cielo, non è che l’unione di tutte le virtú. Gl’iddíi diedero al piú acuto de’ nostri sensi, all’occhio, il vedere e ri- (i) Vedi Shaptesbury, Ricerche sulla virtú . Niuno dopo Platone e prima di Meudelsshon ha parlato piú degnamente il linguaggio delia filosofía platonica.