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74 PLATONE IN ITALIA

amavamo consumar la vita, e non sapevamo dilettarla col gusto delle arti belle. L’ineguaglianza delle fortune e le cupidigie sfrenate turbarono prima gli ordini interni delle cittá e poscia la loro pace esterna, ispirando a ciascuna pensieri di conquista e di vicendevoli oltraggi e vendette. Dentro le mura voi non vedevate che usurpatori e tiranni; moltissimi vili, che vendcvan la patria per salvar la vita o per arricchirla; pochissimi buoni, i quali la perdevano per difender la patria: per tutta l’Italia guerra, saccheggi, desolazione e morte.

Pittagora concepí l’ardito disegno di ristabilir la pace e la virtú, senza di cui la pace non può durare. Egli volea far dell’Italia una sola cittá; onde l’energia di ciascun cittadino avesse un campo piú vasto per esercitarsi, senza esser costretta a cozzare continuamente con coloro, che la vicinanza, la lingua, il costume facean nascer suoi fratelli e la divisione degli ordini politici ne costringeva ad odiar come nemici; e l’energia di tutti, non logorata da domestiche gare, potesse piú vigorosamente difender la patria comune dalle offese de’ barbari.

Egli dava il nome di «barbari» a tutti coloro che s’intromettono armati in un paese che non è loro patria, e chiamava poi «barbari e pazzi» quegli altri, i quali, parlando una stessa lingua, non sanno vivere in pace tra loro ed invocano nelle loro contese l’aiuto degli stranieri. Egli soleva dire agl’italiani quello stesso che Socrate ripeteva ai greci: — Tra voi non vi può né vi deve esser guerra: ciò, che voi chiamate «guerra c sedizione, di cui, se amassivo veracemente la patria, dovreste arrossire1

Ma a questa mèta non si poteva pervenire senza virtú e senza ottimi ordini civili: onde non vi fosse chi volesse e chi potesse comprar la patria, chi volesse e chi potesse venderla; ma l’ambizione di ciascuno, vedendosi tutte chiuse le vie della viltá e del vizio, fosse quasi costretta a prender quella della virtú. Era necessario istruir il popolo, perché, diceva egli, un (i) Platone, De republica.

  1. PLATONE, De Republica