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72 PLATONE IN ITALIA

degli dèi, colla forza della sapienza e coll’incanto dell’armonia, ritrasse gli uomini dalla vita errante delle selve a connubi stabili, a numi certi ed a certe leggi. Pittagora non ha fondate cittá: esse di giá esistevano, ma eran corrotte e prossime a distruggersi per li vizi de’ loro cittadini. L’etá era diversa, e diversa la mèta a cui tendevano. Pittagora dovea riordinare ciò che ai tempi di Orfeo dovea crearsi ancora: ma amendue avean necessitá dello stesso genere di sapienza; amendue dovevano usare, ed usarono di fatti, gli stessi mezzi per vincer gli animi umani, ai tempi di Orfeo feroci, ai tempi di Pittagora corrotti.

Il filosofo si contenta di conoscer il vero. Costoro, che io chiamerei «grandi in sapienza popolare», debbono saper di piú: debbon avere, ciò che io reputo piú difficile tra tutte le cose, il modo e quasi direi la temperanza nelPistessa sapienza. Se voi esponete in un tempo istesso al popolo tutte le veritá, ne avverrá che molte non potrá intendere; da talune sará offeso, perché contrarie ai suoi interessi ed a pregiudizi suoi, altre ne trascurerá, e di moltissime abuserá, ignorandone ed i principi e le conseguenze. Se volete es 0 er utile al popolo, non dovete mai metter in contrasto la veritá col potere. Allora o convien che la veritá ceda, o, se vorrá vincere, sará necessario che coloro, i quali la predicano, diventino potenti. E, divenuti una volta tali, chi sa se si ricorderanno di esser sapienti? Se volete esser utile al popolo, prima di tentare il suo intelletto, guadagnate il suo cuore. Ciò che non piace non si ascolta, e ciò che non si ascolta non può persuadere. Or quale è l’uomo che possa udir tutte le veritá? È inevitabile che esse siano ad alcuni di rimprovero, ad altri di freno, ad altri di terrore. Vi son delle veritá die piacciono a tutti; ve ne sono di quelle che piacciono a molti; altre finalmente che debbon eternamente esser le veritá di pochi. Quelle stesse veritá, che un giorno debbon diventar comuni, non è prudente che si propaghino fuor di tempo, piuttosto direi divulgate che comunicate; ma vi è bisogno di preparazione, e giugneranno ad esser comuni, quando il popolo sará degno di udirle.