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84 libro primo

uccelli, le produzioni del mare, e sopratutto, saporava le fragranze della vegetazione.

Semplicemente vestito, Colombo non conosceva altro lusso che la pulitezza, e l’aveva squisita. Alla più accurata mondezza del corpo, allo studio che non vi fossero macchie, rotture o sconci ne’ suoi abiti, che sapeva far durare lungamente, egli procacciava di appaiare il candore e la finezza delle biancherie, sempre olezzanti di rose, di acacie o fiori d’arancio che lasciava seccare in mezzo a’ panni nel suo forziere di marinaro. L’attrattiva de’ profumi naturali non venne mai meno in lui: amava i fiori odorosi, le piante aromatiche, le gomme balsamiche. La sua povera camera, adorna unicamente di alcune curiosità di storia naturale, delle sue carte e de’ suoi manoscritti, era impregnata di aromi: amava altresì di profumare i suoi guanti e sopratutto la sua carta da lettere.

Il suo fino discernimento d’ogni convenienza, la sua maniera di essere e di mostrarsi dinotavano incontanente in lui il perfetto gentiluomo. Bastava il suo volto a chiarire la nobiltà del suo spirito, e una cert’aria di autorità che sorprendeva.

Quantunque sin dall’età di quattordici anni Cristoforo Colombo fosse stato sempre in mare, o soggiornato avesse ne’ porti co’ marinai, egli non aveva alcuno dei loro difetti ordinari: detestava le bestemmie, le canzoni disoneste; beveva poco vino; non poteva tollerare i giuochi di sorte; dispregiava i piaceri facili, non aveva alcuna inclinazione per la ghiottoneria, e conservava a terra le frugali abitudini della vita di mare. La sua estrema sobrietà gli faceva preferire l’uso degli alimenti vegetali. Aveva contratte nei porti del Levante le pratiche dell’igiene araba. Si asteneva volentieri dalle carni per vivere sopra tutto di pane, di riso, d’uova, di legumi freschi, di datteri, di uve secche, di poponi, di melagrani e di aranci. Anteponeva al vino acqua addolcita con zucchero bruno delle Canarie, e profumata d’alcune gocce di fior d’arancio.

Questa frugalità era accompagnata da spirito d’ordine, ed esaltezza che lo impedivano di rimettere al dimani ciò che poteva far subito: conosceva il pregio del tempo: non fu mai veduto operare a caso. In niyna cosa si fermava al bene, se aveva