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14 libro terzo

grandissimo, circondato da altri quattro golfi minori, ne’ quali si scaricavano le acque di varii fiumi; il Paria, Il Guarapiche, Il Fantasima, il Cacao, il Caripe. Si trovarono dappertutto cinque braccia di fondo: l’acqua era dolcissima: «Io non ne ho mai bevuto di simile,» diceva l’Ammiraglio: chiamò questa specie di mare interiore, «il golfo delle Perle,» oggi detto golfo di Paria. Sperava trovare uno stretto al nord; perchè non v’era uscita ned a ponente ned a mezzodì: ma si vide chiuso da tutte parti dalla terra. Il dì 11 agosto, levando le áncore, Colombo tornò indietro per tentare tra il capo Paria e l’isola della Trinità il passo del pericoloso stretto all’est-nord-est, da cui si era prudentemente allontanato il 5 agosto. Le correnti lo spingevano sì forte, che non potè riguadagnare la riva de’ Giardini: in ogni luogo l’acqua era dolce e chiara. La dimane riuscì ad ancorarsi presso il capo Paria, in un porto che nominò Porto delle Scimmie, a motivo della gran copia di quegli animali che vide posati sugli alberi. Egli vi si fermò per santificarvi la domenica, coll’intenzione di uscirne il lunedì, e di valicare il terribile stretto.


§ IV.


Il lunedì, 24 agosto, le navi si accostarono allo stretto.

L’estremità nord-est della Trinità non prospetta immediatamente il sud-ovest del capo Paria. Fra la punta dell’isola e la punta della terraferma giacciono più isole, che non lasciano fra loro che passi impraticabili alle navi: ma fra la più grande di queste isole e il continente americano, si apre un passo largo circa una lega e mezzo, il solo che sia meno sconsideratamente accessibile, e che sbocca nel mare Caraiba. Tuttavia, nei mesi di luglio e di agosto, la copia delle pioggie e lo straripamento de’ gran fiumi che si scaricano nel golfo di Paria danno alle correnti di acqua dolce un impulso terribile. Questa gran copia d’acqua fluviale urta le isole che si oppongono alla sua uscita; e dalla lotta tra’ flutti di acqua dolce, e le onde salate ne conseguita un affronto romoroso, che imita il fragor sordo delle onde che si rompono fra gli scogli.