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capitolo primo 149

ai Sovrani, e sopratutto di alienarsi gli uffici della marina, se consentiva alla dimanda dell’Ammiraglio. Forse, non era convinto della necessità di surrogare una nave, messa in mare da soli due mesi. Quanto al bisogno di sfuggire alla procella, la serenità del cielo, lo splendore del sole, la calma dei flutti facevalo parere in quel punto una beffa. Non solo non concedette all’Ammiraglio di pigliare un’altra nave, ma gli «vietò di entrar nel porto, anzi di toccar terra».

Il capitano del Galiziano tornò a bordo della Capitana a rendere conto del niun successo della sua dimanda. Potè, passando in mezzo alle navi, contarne trentaquattro, con bandiera di partenza; era la flotta che doveva ricondurre Torrez, alla quale si erano riunite due caravelle comprate dal notaro navigatore Rodrigo di Bastidas.

È più facile figurarsi ch’esprimere l’indegnazione onde fu preso il grand’Uomo vedendosi rigettato «da una terra e dai porti che, per la volontà di Dio, aveva guadagnati alla Spagna a prezzo del suo sangue1,» non potendo nè ripararsi nè ricoverare in un’isola, di cui egli era il Vice-re e il governatore perpetuo; costretto, per conseguenza, ad offerirsi preda alla procella ed a continuare il suo viaggio con una nave inetta a navigare: quel rifiuto così contrario alle leggi dell’umanità ed agli usi del mare, diffuse la costernazione negli equipaggi: lamentarono di essere sotto la condotta di tale, cui un simil rigore pareva rigettare fuor del diritto naturale. I marinari di Siviglia, sopratutto, e dei dintorni, imbevuti delle preoccupazioni che avevano sempre avute contro l’Ammiraglio gli uffici di marina, si reputarono collocati in grave pericolo, e trassero funesti pronostici da cotesto rifiuto.

Ma per profonda che fosse l’indegnazione dell’Ammiraglio contro la crudeltà di quel divieto, la sua umanità, e la sua carità cristiana la vinsero sopra il suo risentimento: spedì di nuovo al governatore per dirgli, che, poichè rifiutavagli un asi-

  1. Parole di Cristoforo Colombo. — ...La tierra y los puertos que yo per la voluntad de Dies, gané á España sudando sangre. ” — Lettera ai Re Cattolici, datata dalla Giammaica il 7 luglio 1503.