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capitolo ottavo 103

modo spaventevole. Ecco ciò che ne dice l’autore della storia naturale delle Indie, Oviedo, che ne aveva assunte informazioni sopra luogo. «La colpa che più avevano in odio gli abitatori di quest’isola era il furto: se qualcuno era côlto sul fatto, per piccola che fosse la cosa rubata, impalavano bello e vivo il ladro, come si dice che si fa in Turchia, e lo lasciavano così impalato fino a che rendeva l’anima1.

Era tale nei costumi d’Haiti l’orrore del furto, che il colpevole «era impalato di qualsivoglia condizione esso fosse, e rimaneva esposto in tale stato alla vista di tutti; e non era neppure permesso ad alcuno d’intercedere per lui. Una così grande severità aveva prodotto l’effetto desiderato2

Ma, incoraggiati dalla pazienza degli Spagnuoli, che sul principio ridevano della loro avidità per le bagattelle d’Europa, e chiudevano gli occhi su piccoli furti, molti, che il timor del castigo avrebbe impedito di derubare i compatriotti, si erano messi a svaligiare sulle strade e colla violenza i lor ospiti. Colombo prescrisse, adunque, di punire i ladri. Invece d’infligger loro il supplizio del palo, a cui si sarebbero condannati fra loro, cento volte peggiore della forca e della ruota, sostituì una pena, che, senza spegnere la vita, dopo un dolore passaggero lasciava un segno durevole, affinchè il reo servisse ovunque di esempio e di terrore: questa pena consisteva nella recisione della punta del naso o delle orecchie, ed anche questa suggeritagli dai codici spagnoli di Valenza3 e della Hermandad4. In Ispagna la recidiva veniva punita di morte. Un popolo, che, per secondare gl’istinti della vanità, col dipingersi e forarsi certe parti del corpo, si sottoponeva di buon grado a dolori più vivi e protratti del raccorciamento degli orecchi o del naso; era mal preparato

  1. Oviedo y Valdez, Storia naturale e generale delle Indie, lib. V, cap. iii. — Traduzione di Giovanni Poleur.
  2. Il Padre Charlevoix, Storia di San Domingo, lib. I, p. 48, 49.
  3. Codice di Valenza. — Tarazona, Instituciones del fuero y privilegios del reino de Valencia, tom. VIII, p. 396.
  4. Rousseeuw-Saint-Hilaire, Storia di Spagna, lib. XVIII.