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da brindisi a rodi 75

in Affrica e nell’Egeo, sentivo una gran gioia.

La costa d’Acaja a cui navigavamo vicino, eran montagne boscose che declinavano in spiagge delicate con casipole dai tetti rossi, e campi verdi, ricchi d’alberi, e biondeggianti di messi. Ora una striscia di terra si prolungava nel mare, tutta verde, portando cipressi e altri alberi; ora dal mare s’apriva una valle e spiegandosi si internava nelle montagne, ubertosa e delicata. Ecco Aigion e di contro, alla nostra sinistra, la punta Psaronita sulle coste della Focide più lontane e più rudi. Ed ecco il Parnaso era già apparso! Ecco già era apparso anche l’Elicona, e anche laggiù in fondo, lontanissimo, il Citerone! Siamo nel profondo cuore della Grecia, e la prima vita che è in noi tutti, si risveglia e prorompe. Ecco l’Acrocorinto nel cui castello veneziano che orla ancora intatto tutte le rocce, l’anno scorso m’inerpicai e errai lungamente, finché affannosamente e quasi per caso non toccai la vetta più alta dalla quale spaziai per il golfo Saronico e per il golfo di Corinto e mi parve che tutta la Grecia fosse sotto le mie pupille. Dinanzi a me stava il golfo di Corinto, alla mia destra il golfo Saronico con le isole, con piccole isole di cui ignoro il nome, e con le grandi, Egina e Sa-