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da brindisi a rodi 73

un cittadino italiano poteva navigare verso l’isola di Rodi e vedere la bandiera italiana battere sugli stemmi dei Cavalieri. Io stavo insomma a bordo dello Scilla come colui che vede ciò che non crede.

La mattina dopo passavamo sotto il Salto di Saffo nell’isola di Leucade, e il Capo Ducato e l’isola d’Ulisse e Oxia che sta presso la punta della Scrofa, e entrati nel golfo di Patrasso ci lasciavamo a sinistra Missolungi e gettavamo l’áncora dinanzi a Patrasso poco dopo le 10.

Quivi s’imbarcarono sullo Scilla alcuni espulsi di Scio, della grande isola egeatica che aspettava e aspetta ancora i liberatori; e da quelli che dinanzi ai nostri occhi rappresentavano tutta la «dispersione» italiana sconvolta nel bacino mediterraneo orientale per la guerra e la bestialità turca, sapemmo quanto i liberatori italiani fossero e siano aspettati. Il popolo scioto ha inventato nella sua lingua un giuoco di parole e dice: — O Amelios mas amelí — Ameglio ci trascura. — Gli stessi turchi desiderano che lo sbarco degli italiani avvenga, perchè la loro paura abbia un termine. Lo stesso governatore dell’isola lo desidera vagheggiando forse nel segreto del suo cuore la buona prigionia in Italia, quale la gode il suo collega di Rodi. Egli tutte le sere lascia la città e va