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i figli di pantelleria 53

fratelli posseggono diecine e diecine d’ettari floridi di vigne. Un altro pantelleresco possiede 1200 ettari, e giunse nell’Enfida con 120 lire soltanto, 25 anni fa, fece il panattiere e non essendo affatto muratore, da se stesso si costruì la sua prima casa.

Ma questi italiani si ricordano dell’isoletta natìa e anche acquistarono l’amore della nostra Italia, a mano a mano che i loro animi si trasformarono e si aprirono col lavoro e nel benessere. E ne vidi tanti tanti intorno me, di quelli emigranti nostri di Bu Ficha, di Reyville, di Nabeul, della Kelibia, come della stessa Tunisi, come d’ogni altra parte dove fui; li vidi stringersi intorno a me che sapevano essere già stato a Tripoli e in procinto di ritornarvi. E interrogarmi con la stessa ansia che avevo già vista in Italia, e con un’altra espressione ancora che in Italia non avevo vista; con un’espressione che mi colmò di contento, appena me ne accorsi; con l’espressione d’un desiderio che mordeva i loro cuori, di lasciare la terra di emigrazione e di rimpatriare in quella parte, nella parte della nostra Tripoli.

Molti di loro non potranno farlo, vincolati dal possesso del suolo tunisino; ma la emigrazione italiana già rimpatria in quella parte.