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46 come sta risolvendosi il dramma dei tre popoli

polo arabo, dalla sua miseria risponde ai sentimenti d’ogni uomo generoso ed agli scopi d’ogni sana dottrina politica moderna, e noi potremo e dovremo tentare in Tripolitania la stessa cosa che qui a Tunisi si vuol tentare.

Ma non per questo soltanto la causa dei Giovani Tunisini è destinata, come dissi nella lettera precedente, a trionfare, sibbene per molto di più. È destinata a trionfare, perchè tra i due «associati» nella politica d’associazione, l’indigeno e il francese dominatore, chi meno può far di meno di quella politica non è il primo, è il secondo.

Ed ecco il punto debole della Francia a Tunisi: non è affatto nel promuovere la politica d’associazione, nell’essere arabofila e nel fare le riforme; ma è nell’avere essa, per se stessa, bisogno di essere arabofila, di fare le riforme e la politica d’associazione; nell’avere essa, dominatrice, bisogno del suo dominato.

Sin dall’anno scorso era noto che la Francia aveva iniziato una politica araba nella sua vecchia colonia di Tunisi per conciliarsi gli arabi della nuova colonia che voleva aggiungersi, il Marocco. Ma a chi bene osserva, appare manifesto che l’arabofilia francese non nasce dalle opportunità transitorie del Marocco, sibbene dalle necessità imma-