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del trionfo nazionale 9

tribuna s’alzò e gridò viva l’Italia. Tutte le tribune e tutta l’assemblea gridarono in piedi viva l’Italia. L’uomo di parte sotto l’immenso clamore restò minuti e minuti immobile, le spalle allo scanno, gli occhi atterrati. Cessando quello, volle ricominciare a parlare, ma di nuovo tutta l’aula rintronò di viva l’Italia. Per la terza volta volle parlare e per la terza volta fu fatto tacere dallo stesso grido. Allora l’uomo rimasto solo contro mille, «rappresentativo» di poche migliaia rimaste sole e ostili contro tutto un popolo di tanti milioni di viventi; allora l’uomo a cui si buttava in faccia l’evviva all’Italia, come i soldati gridano Savoia contro il nemico quando vanno all’attacco, non parlò più. Abbozzò una conclusione qualunque di poche parole e cadde a sedere.

Or mentre questo succedeva nell’aula, mentre altri parlavano, mentre il presidente del consiglio rispondeva alle opposizioni fattegli, ed il suo semplice, chiaro, solido discorso era acclamato periodo per periodo; mentre il decreto d’annessione era approvato da più di quattrocento e trenta deputati contro due o tre diecine; fuori cinquantamila persone si radunavano tra Piazza Montecitorio e Piazza Colonna. Così Roma madre s’era improvvisamente levata a celebrare l’ora in cui i rappresentanti del popolo ita-