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l80 il generale giovanni ameglio

sore di strategia, sibbene capitano nel buon senso antico, condottiere, conduttore d’uomini. Egli è veramente uomo di guerra. Fra il professore e la cosa che esso fa; fra il professionista e la cosa che esso fa, voi vi accorgete che c’è di mezzo qualcos’altro: la cultura, per esempio; e così il generale professore elabora i suoi «piani» per cultura, ma è distante dall’azione della guerra e dal soldato; mentre il generale condottiere, l’uomo veramente di guerra, il garibaldino, il Cagni e l’Ameglio, fanno tutt’uno. Come il professore è accosto alle regole, così essi sono accosto all’azione guerresca e al soldato col loro istinto, con tutta la loro vita.

Io non ho mai avuto la fortuna di vedere Giovanni Ameglio sul campo di battaglia, ma l’ho visto nei suoi ufficiali, nei soldati che mi hanno raccontato di lui. Ciò che un generale è stato sul campo di battaglia, quando veramente è stato lo spirito dinamico de’ suoi uomini, si rivede poi in questi splendidamente. E così si rivedeva Garibaldi nei racconti de’ suoi garibaldini, perchè erano ancora tutti pieni e frementi di lui come del Dio; così si rivedeva Napoleone nelle vecchie generazioni; così si rivede il distributor di coraggio Umberto Cagni nei racconti dei marinai che sbarcarono a Tripoli, così l’Ameglio nei racconti dei soldati di Psithos e