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Da quel momento incominciai ad essere inquieta, nervosa e a ribellarmi alla disciplina del collegio.

Mio padre era al campo, forse in pericolo di vita, ed io non poteva sapere nulla di lui, perché i regolamenti vietavano che si leggessero i giornali politici: era proprio una crudeltà. Da quel giorno divenni una piccola rivoluzionaria, gridavo, strepitavo, volevo i giornali, ma non riuscivo ad ottener nulla, anzi pigliavo dei castighi che io sopportavo pazientemente con una fierezza assai superiore alla mia età. Vedendo che colla prepotenza non potevo ottener nulla, divenni diplomatica, e mi cambiai tutt’a un tratto in piccolo Macchiavelli. La necessità rende ingegnosi, e vi assicuro che avreste ammirato l’arte finissima con cui cercavo d’impietosire gl’inservienti del collegio.

Infine che cosa chiedevo? Semplicemente