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acconsentì per amicizia di venire a difendere l’accusata.

Letto l’atto che accusa la contessa Manfredi di omicidio tentato verso la baronessa Sanvitale, si ascoltano i testimoni della parte civile. Dicono quasi tutti la stessa cosa, cioè che la Sanvitale è una santa donna, di una condotta irreprensibile, e nessuno capisce come vi potesse esser ragione di odio fra lei e la Manfredi. Si legge la relazione dei periti i quali dichiarano che nella famiglia della Manfredi esiste un nervosismo che s’avvicina alla pazzia. La madre, una donna rispettabile, era d’indole malinconica, aveva dei periodi di mali nervosi così strani, durante i quali non si faceva vedere da nessuno. Suo padre, il generale di San Martino, prima di morire, era in preda alla mania della persecuzione e ne è prova la sua idea fissa d’esser stato tradito nel giorno d’una battaglia; an-