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quelle che in simili casi perdonano, ma non mi sentivo d’imitarle.

Amata, sarei stata buona, dolce, paziente, come la mia mamma; tradita, mi sentivo fiera, terribile come mio padre in certi momenti.

Nella solitudine delle lunghe serate, che ormai passavo sola nel mio salottino, inventavo mille modi di vendetta, ai quali rinunciavo vedendo la impossibilità di effettuarli.

Ora speravo che la mia rivale avesse un marito e mi proponevo di rivelargli la sua infedeltà in modo che mi potesse vendicare; qualche altra volta sognavo di sorprenderla insieme con Manfredi e di fare uno scandalo. Ma chi era poi questa mia rivale? Forse una che si diceva mia amica? Le passavo tutte in rivista senza potermi fermare su alcuna, ma abbracciandole tutte nel mio disprezzo all’idea che colei che mi tradiva fosse nel loro numero.