Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/164


— 154 —


degli amanti; in quel momento ne conoscevo per prova tutta la terribile verità. Che cosa potevo fare, sola, senza un cuore fidato a cui chiedere consiglio e conforto?

Come sarei stata felice di non poter pensare a nulla, e come invidiavo quelli che scacciano i tristi pensieri e sopportano con indifferenza le più crudeli delusioni!

Come invidiavo in quel momento gli egoisti, quelli che pensano che la vita è breve e non val la pena di crucciarsi troppo! Come avrei voluto imitarli! ma non si può comandare al proprio carattere, non si può frenare la propria fantasia e la mia correva, correva senza concluder nulla.

Il peggio si è che tutt’intorno a me aumentava il mio dolore; e neppur la mia figlia Margherita avea virtù di cambiare un tal ambiente: la sua vocina che una volta mi andava dritta al cuore, non mi commoveva