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Io lo lasciava dire e fare, non avevo la forza di reagire.

Intorno tutto era silenzio; mano mano che le ombre aumentavano, gli oggetti si facevano più confusi, le idee nel mio cervello si confondevano ancora di più, — quando sentii come in un sogno la voce di Ruggeri farsi più dolce e le sue mani più carezzevoli, egli teneva la mia testa appoggiata sulla sua spalla e parlava, parlava sempre colla sua voce lenta, melodiosa. Voleva consolarmi, valeva farmi felice lui; era tanto tempo che pensava a me, ma s’io fossi stata felice avrebbe soffocato il suo affetto e non avrebbe turbata la mia felicità, mentre ora invece.... Io ero nata per le gioie della vita, avea sofferto tanto anche lui, e mentre parlava così a scatti, mi veniva accarezzando la testa, i capelli, gli occhi, colla sua mano sempre più agitata e tremante. Fu come un lampo;