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— II signor conte ha detto che per oggi non aveva più bisogno di me.

— Va bene, — diss’io congedandolo, — se avrò bisogno della carrozza vi farò avvertire.

Appena fui sola, gettai via il lavoro con atto nervoso e mi misi a passeggiare su e giù per la stanza onde calmare i miei nervi agitati.

Dunque non v’era più dubbio: quell’indirizzo che mi aveva susurrato Ariberti, che mi era stato indicato da una lettera anonima alla quale non avevo voluto credere, mi veniva confermato dal mio domestico.

In quel primo impeto avrei voluto farmi condurre in quel luogo e sorprendere mio marito, e scoprire la mia rivale, ma ero troppo agitata, era meglio differire a un altro giorno. Frattanto avrei potuto calmarmi e maturare pazientemente la mia vendetta. Ciò