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avuto un momento di sollievo poi era sopraggiunta un’emorragia e si temeva di perderla. A quella notizia non mi fu possibile restare tranquilla, entrai in camera e m’accostai al suo letto. Essa mi strinse la faccia contro la sua e mormorò con un filo di voce:

— Mi sento morire, lo sapevo, ero troppo felice, ti raccomando il mio bambino, lo alleverai insieme col tuo, ti raccomando anche il suo babbo, cerca di consolarlo....

Ruggeri in quel momento stava in contemplazione del suo bimbo e non imaginava la sventura che gli si preparava; i medici non avevano coraggio di dirgli la verità e togliergli ogni speranza. Chi spera s’illude facilmente.

Procuravo anch’io di sperare per dominare il mio dolore, col pensiero costante del mio stato, e contemplavo la faccia serena della mia amica quasi invidiandola.

A un certo punto mi disse: