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catene 193


riverenti, sotto pena, se si fa altrimenti, di passare per persone eccentriche, degne di abitare l’ospizio dei mentecatti.

Eppure qualche volta siamo noi che ci formiamo del mondo un’idea esagerata, che ci sogniamo ch’egli non abbia altro da fare che da occuparsi di noi, mentre pensa a tutt’altro; è la nostra vanità che ci fa centro di tutto e di tutti, mentre gli altri hanno troppo da pensare a loro stessi per occuparsi di ciò che riguarda noi soli. E qualche volta questa tema delle chiacchiere del mondo, ci fa rinunciare al nostro libero arbitrio e ci rende infelici per tutta la vita. Proviamoci allora a domandare al mondo un compenso alla nostra infelicità, a lui che ne è stato la causa principale! Egli ci volta le spalle ed è capace di riderci in faccia. Domandatelo a quel giovane che per vivere in una società superiore alla sua e per spendere più di quello che consentivano le sue ricchezze si ridusse alla miseria; chiedetelo a quella famiglia patrizia, che, decaduta, invece di ritirarsi a vivere