Pagina:Cordelia - Dopo le nozze, Milano, Treves, 1882.djvu/167


in campagna 153


certe cose, che oramai a noi non sono più concesse. Soltanto non dovranno fare a fidanza colla loro agilità, e in ogni modo usare un po’ di prudenza. Se però saremo sempre lì a sgridarli appena li vedremo camminare sopra un sentiero troppo stretto, o correre rapidamente da una scena; li abitueremo vigliacchi e poltroni, oppure disobbedienti. Dovremo pure avvezzarli al sole, al vento e alla pioggia; infine un bagno di sole, basta che non sia troppo prolungato, fa bene e rinvigorisce, un colpo di vento non ammazza un fanciullo, e in quest’epoca anemica c’è bisogno d’un po’ di forza e di vigore; gli antichi Romani andavano a capo scoperto, ed erano fòrti e temuti; i nostri giovinotti invece passeggiano per le vie muniti di ventaglio e di ombrellino e sono deboli e paurosi. Chissà cosa direbbero quei valorosi antenati se mettessero il capo fuori della tomba per dare un’occhiata a questa generazione tanto diversa da loro.

In campagna, oltre allo studio della na-