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382 REPLICA ALLA RISPOSTA

statistici; e inviò all’ingegnere perfino i dati delle pendenze, e tutte le notizie d’arte che potè raccogliere. Ma non fu possibile smoverlo dagli studj della linea principale, smoverlo dal calcolo della pietra scempia, e delle 14 locomotive. E tuttavia il dott. Cattaneo, anche quando il sig. De Putzer aveva già ottenuto la concessione provisoria di fare i rilievi, non si ristette dallo stimolare su questo punto la Sezione véneta a tale, che quei direttori ne perdettero pazienza; e di rimando scrissero il 14 maggio 1838 alla Sezione lombarda il seguente brano, del quale il sig. Milani, colla solita sua accortezza, ci favorisce la citazione al § 235.°: “Si deve poi pregare codesti benevoli Colleghi, che venga risparmiata alla scrivente qualunque anche indiretta espressione, che tendesse ad addossarle una responsabilità pel fatto vero o supposto, che il sig. De Putzer abbia ottenuto privilegio pel tronco di strada da Milano a Monza, accagionandone il dissenso manifestato da questa Sezione, acciò che fossero intrapresi gli studj di quel tronco.” E infatti il dott. Cattaneo aveva tentato l’orribile eccesso di far comandare dalle due Sezioni al sig. ingegnere in capo, che intraprendesse ad ogni modo quegli studj poichè gli pareva che le velleità dell’ingegnere dovessero cedere all’urgentissimo interesse dell’impresa pericolante. E se i direttori lo avessero ascoltato e secondato, ora non avremmo questi due rivali interessi, che si combattono implacabilmente in palese e in secreto, e ci condannano a rimanere oziosi e impotenti.

Ma i direttori non potevano aver braccio sulla condutta dell’ingegnere in capo, dal momento che avevano mancato all’officio loro di nominar essi gl’ingegneri subalterni e riservarsene la rimozione (Statuto § 56).

“Questo punto dello Statuto è assai provido. — Se gl’impiegati superiori potessero eleggere e rimovere i subalterni, questi diverrebbero loro commessi, e non impiegati della Direzione. Per tal modo la posizione di questi si degraderebbe d’assai, e molte persone, capaci di servire, per un senso di dignità non vi si potrebbero prestare; e quindi il servizio a poco a poco cadrebbe in mani meno degne, meno onorate, meno fedeli. Gl’impiegati superiori avrebbero un mezzo irresistibile d’assoggettarsi i subalterni, e costringerli a secondare qualunque loro mira.